giovedì 20 ottobre 2011

Fratture Interne

(di Jacopo Salvadori)

L' «incidente di percorso» che ha portato al voto di fiducia lo scorso 14 ottobre, sembrava aver aperto una voragine all'interno della maggioranza, e soprattutto all'interno del Pdl. Invece no: la frattura si è subito ricomposta con 318 «sì» (complici anche i radicali, ma questa è un'altra storia).

Oggi, invece, più che l'interno, è l'esterno che fa vacillare il baricentro dell'esecutivo: è il mondo cattolico che preme per un cambiamento di rotta. Già lo scorso 26 settembre il presidente della CEI, Angelo Bagnasco, aveva usato toni duri, nella sua prolusione al consiglio permanente dei vescovi, per descrivere non solo la situazione politica italiana, ma anche la stessa classe politica (tanto da far scomodare anche il New York Times). A riforzare le critiche del cardinale, ci hanno pensato anche CISL e CONFCommercio durante il meeting di Todi: la prima chiedendo «un governo più forte, perché questo governo non va bene. Occorre - ha aggiunto il presidente Bonanni - un accordo tra le principali forze su alcuni punti essenziali per il paese», la seconda dichiarando «che questo governo non ce la fa - ha spiegato Giorgio Guerrini, della Confartigianato - è sotto gli occhi di tutti. Se lo volete chiamare tecnico, di larghe intese o di responsabilità è una questione solo di parole. Il dato essenziale è che oggi non c'è più neppure interlocuzione con il governo, mentre occorrono scelte diverse». Mentre Berlusconi e Alfano minimizzano, Bossi esplicita chiaramente la situazione: i cattolici - lo dicono da mesi che Berlusconi deve fare un passo indietro -.

Ma non è soltanto la maggioranza a destabilizzarsi, anche in casa Idv si respira aria di scontro.  «Si deve tornare alla Legge Reale - ha dichiarato Di Pietro-. Anzi bisogna fare la 'legge Reale 2'. Contro atti criminali come quelli di Roma. Si devono prevedere arresti e fermi obbligatori e riti direttissimi con pene esemplari», mentre il coinquilino De Magistris non ha esitato a bollarla «un vecchio arnese fascista cancellato dalla democrazia».

Ultimi, ma non ultimi gli indignatos. Su Libero leggiamo: «i "dialoganti" avrebbero accettato di mettere in scena un corteo pacifico, lontano dai palazzi del potere, in cambio di qualche "poltroncina", così la chiamano i duri del movimento, promessa da Nichi Vendola e da Sinistra, ecologia e libertà. Un compromesso con le istituzioni, anche quelle d'opposizione, che non va giù agli intransigenti». Verità o semplice attacco? Non sorprenderebbe affatto l'esistenza effettiva di un accordo. È pur sempre politica.

E in tutto questo tumulto autunnale si iniziano già a vedere le prime avvisaglie di cedimento: il Ministro del Turismo, Michela Brambilla, ha dovuto ritirare la proposta di nomina a presidente dell’Enit di Matteo Marzotto. Ma per quale motivo? Alto rischio di bocciatura. Sono infatti tre le commissioni parlamentari dove la maggioranza è a fortissimo rischio: le giunte per il Regolamento e per le Autorizzazioni (dove l’opposizione controlla la maggior parte dei deputati) e la commissione Attività produttive (fonte: Linkiesta )

Alla luce di tutte queste fratture interne, le domande che sorgono spontanee sono molte. Esiste oggi la possibilità concreta di lavorare per lo sviluppo del paese? Ci sono i numeri per affrontare la crisi (non è sparita, eh!) e per discutere le riforme? Difficile dare un segno di assenso. Ma allo stesso tempo spunta un secondo interrogativo: possono le opposizioni creare delle reali e concrete alternative a questo governo? Mentre l'Idv litiga sulla «legge Reale», il Pd cosa fa? Tenderà la mano verso il Terzo Polo o verso Vendola? O forse deciderà di correre da solo? Difficile dirlo oggi. Non è facile delineare uno scenario politico nell'immediato futuro. Certo, già qualche oracolo ha tuonato minaccioso, evocando formule trite e ritrite: «è tempo di dimissioni!» oppure «la maggioranza è salda!», e tentando maldestramente di descrivere una situazione politica prossima. Credo in tutta sincerità che le risposte «tangibili» si paleseranno di giorno in giorno, attraverso un'attenta analisi (e critica) di singoli fenomeni. Occorre solo un po' di pazienza.

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